Nato nel
1921 in Brasile da un immigrato valdostano originario di Doues e da madre
tedesca, arrivò ad Aosta nel 1923, dopo la morte della madre. A sei anni decise
che avrebbe fatto il pittore ricalcando le orme degli Artari, una famiglia di
artisti con cinquecento anni di storia alle spalle, da cui discende per parte
di nonna. Nell‘autunno 1940 fu ammesso all‘Accademia Albertina di Belle Arti di
Torino, dove ebbe tra i suoi insegnanti Cesare Maggi, e si diploma alla fine
del 1945. Nel 1949 gli fu conferito il “Premio Châtillon” al “2° Gran Premio
Saint-Vincent per la pittura e la scultura“; iniziò così una luminosa carriera
artistica che lo ha portato a misurarsi, con eccelsi risultati, con vari tipi
di materiale: dalla ceramica al ferro, dal rame alla seta, quest‘ultima
supporto prediletto per la sua pittura. Il variopinto mondo descritto da Nex si
concretizza negli usi di una società medievale la quale, letta con l’impietoso
occhio ironico dell’artista, rivela quelle che, ancora oggi, sono le piccolezze
e le meschinità umane: l’ossessiva ricerca del potere, la strisciante servilità
nei confronti del più forte, la gratuita crudeltà nei confronti del più debole.
Non per questo Nex dimentica di rappresentare anche gli aspetti più positivi
dell’esistenza umana: l’amore in tutte le sue molteplici forme, la tenerezza
del volto di un neonato, la spensieratezza in un gioco tra amici.